Definire la rete di lampioni intelligenti come sistema nervoso della Smart City non è per nulla un’esagerazione: una rete da circa 350 milioni di lampioni che raggiungono tutte le aree delle città rappresenta l’infrastruttura perfetta sulla quale abilitare servizi a valore aggiunto che siano interessanti per l’amministrazione, per le aziende e i cittadini.
Il dibattito sull’illuminazione pubblica come elemento fondante di Smart City viene portato avanti lungo due direttrici: la prima intende ottimizzare la rete esistente sotto il profilo dei consumi e delle possibilità operative, estendendo ovunque la tecnologia LED e i sistemi di regolazione automatica dell’intensità luminosa in funzione del contesto e non solo dell’orario; la seconda, molto più interessante in quanto abilitante di Smart City, consiste nell’impiegare la rete dilampioni intelligenti per sviluppare e alimentare servizi a valore aggiunto che vanno dalle colonnine di ricarica delle auto elettriche a hotspot per la rete Wi-Fi pubblica o 4G/5G.
Il concetto in assoluto più interessante considera la rete di illuminazione pubblica una vera e propria piattaforma IoT capace di abilitare un’infinità di servizi per i cittadini nonché opportunità di business per le aziende. Un esempio? Sistemi di traffic management basati su sensori e videocamere installate sui lampioni intelligenti, semafori smart che ottimizzano autonomamente la gestione del traffico in funzione delle condizioni reali, monitoraggio della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico e via dicendo. Di seguito, alcuni VAS (Value-Added Services) che potrebbero essere implementati con successo.
Tra le prime ipotesi c’è sicuramente l’installazione di sistemi di sorveglianza pubblica o privata, cui associare – in un perfetto modello data-driven – algoritmi di Intelligenza Artificiale e Computer Vision capaci di riconoscere i volti, prevedere situazioni meritevoli di attenzione ma anche, per esempio, gestire il traffico in maniera efficiente, suggerire modifiche alla viabilità e chiamare in automatico i soccorsi. Nel paradigma di Smart City, il concetto di monitoraggio diventa infatti molto più ampio e avvolgente rispetto a quello attuale.
Alla rete di illuminazione pubblica possono essere collegati totem interattivi dedicati ai cittadini e tramite i quali comunicare notizie di attualità, fornire informazioni turistiche, pubblicità, ma anche erogare servizi interattivi quali l’acquisto di biglietti dei mezzi pubblici, degli spettacoli e delle attrazioni presenti in zona. Dallo stesso totem, o da colonnine apposite, è anche possibile chiedere aiuto in situazioni di pericolo.
Tra auto e biciclette elettriche, l’esigenza di avere una rete capillare di punti di ricarica si fa sempre più pressante. Considerando le previsioni di crescita del mercato, lo sarà sempre di più: al momento si stima che in Italia ci siano circa 8.300 colonnine di ricarica.
La capillarità della rete di lampioni intelligenti la rende l’infrastruttura ideale per ospitare hotspot di accesso radio alle reti Wi-Fi - pubbliche e private - e a quella cellulare. A tal proposito, l’implementazione su larga scala della rete 5G è un argomento di stretta attualità: le telco potrebbero trovare proprio nell’illuminazione pubblica la piattaforma migliore per estendere la portata della rete di nuova generazione.
Smart City e Smart Mobility convergono verso lo Smart Parking. Si tratta di una modalità innovativa di offerta e ricerca di parcheggio che, grazie all’impiego coordinato di un arsenale tecnologico fatto di sensori, telecamere e algoritmi, è finalizzata a ridurre il tempo perso a cercare un posto libero nonché le emissioni dei veicoli. Anche in questo caso, la rete di lampioni intelligenti permette di abilitare tali servizi ospitando sensori e telecamere, senza bisogno di costruire nuove infrastrutture dedicate.