Come sfruttare l'illuminazione pubblica nella smart city

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Quando si parla di Smart City, l’interesse nei confronti dell’illuminazione pubblica cresce in modo esponenziale, e questo non solo per la possibilità di perfezionare e rendere smart l’illuminazione in sé, adattandola meglio alle esigenze dei cittadini e al budget dei Comuni, ma anche per la possibilità di sfruttare la capillarità della rete per l’attivazione di servizi a valore aggiunto in ottica smart. Gli esempi “da manuale” sono: servizi evoluti di monitoraggio ambientale, sensoristica IoT, punti d’accesso radio Wi-Fi pubblici/privati o 4G / 5G, totem interattivi, addirittura punti mobili di distribuzione di acqua potabile e un’infinità di altre casistiche d’interesse per le municipalità, per le aziende e per i cittadini. In quanto tema in continuo divenire, l’interesse da parte di soggetti pubblici e privati resta molto alto, poiché sugli use case della Smart City si potranno sviluppare servizi innovativi ai cittadini nonché nuovi e vincenti modelli di business per le aziende.

 

Come sfruttare l’illuminazione pubblica nella Smart City?

Il problema, se così lo possiamo definire, è che gli impianti di illuminazione pubblica non sono particolarmente evoluti sotto il profilo tecnologico non avendo subito importanti interventi di ammodernamento nel corso dei decenni. Un numero su tutti: il consumo pro-capite di energia elettrica per illuminazione pubblica è quantificabile in circa 100 kWh, due volte quello della media europea, per un totale di spesa di 1,7 miliardi, ma soprattutto è lo stesso valore di 10 anni prima (via: greenreport).

Criticità dell'illuminazione pubblica nella Smart City

Inoltre, si stima che in Italia ci siano circa 10 milioni di lampioni pubblici (via: lumi4innovation) e questo pone una questione di costi dell’attività di ammodernamento. Non dimentichiamo, infatti, che l’architettura del sistema consta semplicemente di un cabinet stradale che distribuisce l’energia verso tutti i lampioni aprendo e chiudendo un contatto a orari prestabiliti; un sistema di questo tipo è nativamente inadatto ad alimentare servizi a valore aggiunto che, per definizione, devono essere disponibili sempre, 24 ore su 24, e devono poter essere monitorati con costanza. L’alternativa è quella di installare, presso lo specifico palo, una fonte di alimentazione aggiuntiva, come una batteria e/o un pannello solare, oppure portare al lampione un nuovo cavo di alimentazione: tali soluzioni, senz’altro fattibili, hanno tutte il grosso limite del costo non indifferente e dei tempi lunghi di implementazione. Considerando il dato di cui sopra, ovvero dei 10 milioni di lampioni presenti sul nostro territorio, si tratterebbe di un progetto epocale.

 

Come migliorare l'illuminazione pubblica della Smart City

Altra possibilità, decisamente più smart e quindi in linea col modello in questione, consiste nell’impiego di uno switch per alimentare l’impianto di illuminazione a bassa tensione in modo continuo, switch che si fa carico anche della registrazione dei consumi dei servizi a valore aggiunto e, soprattutto, può essere installato agevolmente alla base del palo o dentro l’asola di un lampione, senza richiedere interventi invasivi. Operando in questo modo, i VAS (Value Added Services) possono non solo rimanere attivi per 24 ore al giorno ma anche – laddove ciò sia previsto – essere correttamente contabilizzati e fatturati secondo consumo. Considerando che tra questi VAS troviamo colonnine di ricarica per mezzi di e-mobility o per dispositivi consumer, una corretta rilevazione dei consumi è centrale per il business delle aziende fornitrici.

Migliorare la ROI dell'illuminazione nella Smart CIty

Questo metodo riduce fortemente, rispetto all’ipotesi più “tradizionale” (di cui sopra), i costi e soprattutto i tempi di implementazione, che passano da una previsione di mesi a una manciata di giorni anche per progetti urbani da centinaia di lampioni, andando così ad agire in modo importante sul ROI dell’intero progetto. In questo modo, inoltre, si può davvero rendere l’illuminazione pubblica la spina dorsale di ogni progetto di smart city, cui associare magari una revisione delle tecnologie dell’illuminazione stessa, così da ottenere anche risparmi notevoli per gli enti pubblici e fornire un servizio di qualità migliore ai cittadini.

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