Da anni c’è una grande certezza: l’illuminazione stradale della Smart City sarà la sua spina dorsale, il corridoio lungo il qualche far ‘scorrere’ molti dei suoi servizi innovativi. A tal proposito, si può scindere il discorso in due ambiti distinti ma parimenti importanti: da un lato, il progresso tecnologico impone di rivedere e aggiornare i sistemi di illuminazione al fine di renderli più efficienti e, soprattutto, più efficaci nei confronti dei cittadini, che dal canto loro chiedono un servizio migliore e più sicuro; dall’altro, l’impianto di illuminazione pubblica può essere impiegato per associarvi nuovi servizi a valore aggiunto, resi possibili da nuove piattaforme hardware, software e sistemi di comunicazione. Nel primo caso, l’espressione corretta è quella di Smart Lightning, nel secondo si parla invece di illuminazione stradale come fattore abilitante della Smart City.
Illuminazione stradale e Smart City, il punto di partenza
Il concetto di Smart Lightning ha una declinazione privata e una pubblica, quest’ultima legata all’illuminazione stradale. È un mercato enorme e una grande opportunità, trainata ovviamente dal settore pubblico: si stima infatti che in Europa ci siano dai 60 ai 90 milioni di pali per l’illuminazione pubblica, molti dei quali sono attivi da più di 25 anni, e che un aggiornamento alla tecnologia LED potrebbe significare un risparmio compreso tra il 50% e il 70%, per una riduzione totale di costo nell’ordine dei 2 miliardi di euro/anno (fonte: UE). Inoltre, il mercato delle soluzioni Smart Lightning è in impennata: si stima infatti che i 7,9 miliardi di dollari del 2018 crescano fino a 21 miliardi nei 2023, con un CAGR del 21,5% nell’intervallo considerato (fonte: marketsandmarkets).
Cosa deve fare l'illuminazione stradale nelle Smart City
L’obiettivo consiste nel rendere l’illuminazione stradale più efficiente ed efficace per i cittadini, ma soprattutto responsive nei confronti dell’ambiente circostante. Al fine di rendere il sistema energy-efficient il passaggio verso la tecnologia LED è pressoché scontato, ma a questo si possono associare una serie di funzionalità smart aventi per oggetto l’illuminazione stessa: è possibile infatti ipotizzare l’impiego di interruttori crepuscolari con sonde di misura dell’intensità luminosa connessi ad alimentatori dimmerabili, oppure interruttori che comandano autonomamente accensione e spegnimento in funzione delle coordinate del luogo, il tutto connesso a sistemi di telecontrollo che permettano la programmazione, la regolazione e l’intervento a distanza sulla rete e sul singolo punto luce. L’obiettivo è chiaro: oltre al risparmio energetico, si ragiona in termini di illuminazione on-demand in funzione delle esigenze (livello di luminosità dell’ambiente circostante, presenza di persone o mezzi nei paraggi, situazioni di emergenza ecc…), o ancora della realizzazione di sistemi di controllo che permettano interventi rapidi e, possibilmente, senza la presenza fisica.
Illuminazione stradale come abilitatore di Smart City
Se lo Smart Lightning è un trend estremamente interessante, l’illuminazione pubblica può essere un fattore abilitante di progetti avanzati di Smart City. Intanto, come anticipato, per la sua capillarità, ma anche perché gli aggiornamenti tecnologici previsti non presuppongono la realizzazione di opere ad hoc e possono essere integrate nell’esistente con relativa semplicità e tempi rapidi. Si parla in questo caso di integrazioni, ovvero di funzionalità ulteriori rispetto all’illuminazione pura e semplice, nonché di lampione intelligente, poiché in grado – appunto – di abilitare servizi a valore aggiunto fondamentali per il paradigma di Smart City.
Come interpretare l'illuminazione stradale in una Smart City
Come spesso accade quando il progresso è notevole, si tratta davvero di interpretare l’illuminazione stradale in modo (molto) diverso rispetto a ieri: i lampioni, oltre ad essere i nodi di una rete elettrica, sono quelli di un’infrastruttura informatica che trasporta energia e dati. Questi ultimi, se opportunamente trattati, fungono da pilastro di un’infinità di nuovi servizi nel contesto della Smart City, servizi che vanno dalla mobilità alla sicurezza. Si possono citare, a tal fine, alcuni servizi già implementati, come ad esempio l’integrazione di hotspot Wi-Fi per l’accesso alla rete Internet pubblica, oppure punti di accesso radio alle reti degli operatori telefonici (si pensi alla centralità del 5G nell’ottica dei nuovi paradigmi 4.0, dalla Smart City agli Smart Building), ma senza dimenticare un’infinità di strumenti di monitoraggio ambientale, che vanno dai sensori per la qualità dell’aria alle videocamere smart, eventualmente dotate di tecnologie di Computer Vision per intervenire rapidamente e prevenire attività illecite. Non solo: il lampione smart può abilitare (e alimentare) servizi a valore aggiunto come totem interattivi, pannelli a messaggio variabile e colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, altro trend importantissimo nell’ottica del passaggio verso modelli di mobilità sostenibile.
I servizi della Smart City e l'illuminazione stradale
D’altronde, nel momento in cui il lampione, il semaforo e, più in generale, l’illuminazione stradale viene considerata come abilitatore di servizi di Smart City, le fattispecie pratiche diventano immediatamente infinite, coinvolgendo tutti i servizi già esistenti e quelli che verranno: applicazioni in ambito turistico, gestione smart dei parcheggi, monitoraggio del traffico e sistemi di collegamento non sono che alcuni degli ambiti possibili e verso i quali ci si sta muovendo. Perché, in fondo, la Smart City è già qui.
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